Il biondo, potenziale oro arancio della città, si fa spazio e continua a crescere grazie all’inventiva di artisti del buon gusto che hanno avuto la capacità di migliorare le proprie produzioni arricchendole con le eccellenze locali.
Un esempio è senz’altro il Codex Tardivo, un gin artigianale prodotto utilizzando una miscela di botaniche di alta qualità, tra cui il ginepro, la radice di Angelica, semi di Coriandolo e Pepe di Timut.
Il protagonista di questo gin sono, per l’appunto, le arance tardive di Trebisacce, che aggiungono una nota fruttata e dolce alla miscela. Queste sono poi accuratamente selezionate e utilizzate per aromatizzare il gin.
Il Gin nasce grazie alla Flair Proof Association, presieduta da Andrea Campana (Vicepresidente Natale Brunetti).
Questa si sviluppa con l’intento di formare ragazzi appassionati del buon bere miscelato ed inserirli, così, nel mondo del lavoro. I corsi di formazione organizzati dall’associazione danno una conoscenza a 360° della tecnica di produzione dei cocktail.
Codex01 Gin è stato creato da tre bartender che portano avanti il concetto di semplicità del Gin e del Gin Tonic; il loro intento è essere innovativi e attuali usando poche botaniche, mirate ad un gusto deciso. La scelta del pepe di Sichuan mira proprio alla complessità del gusto del Gin che si completa con un leggero sentore amarognolo e agrumato di limone.
Un progetto di e-commerce del vino capace di spaziare in giro per le vigne di tutto il mondo, ma con i piedi ben saldi a Trebisacce.
E’ quanto prova a rappresentare il progetto “EnoAffari” realizzato da Leonardo Davide Gatto, calciatore trebisaccese che milita attualmente nella Provercelli, in collaborazione con Mario Lacanna.
Il portale web è online a partire da questa sera alle 19: già lanciata anche la pagina Instagram che consentirà di sviluppare, facendo leva sul potere dei social network, la piattaforma di e-commerce del wine, primo esempio di questo genere nella cittadina jonica.
L’elemento che differenzia “Eno Affari” è, senz’altro, la capacità di offrire, virtualmente, una cantina capace di focalizzare l’attenzione su etichette di differente provenienza geografica.
Particolare attenzione è conferita agli champagne e, più in generale, ai vini “luxury”.
Tra le etichette presenti, spiccano quelle delle cantine Armand de Brignac, Annamaria Clementi, Cà del Bosco, Perrier-Jouet, Dom Perignon, Louis Roederer.
Postilla
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Era il lontano 1983 quando Alex Rescia, allora bambino, tornava dagli Stati Uniti insieme ai suoi genitori. Il richiamo della “terra madre”, vale a dire Trebisacce, era forte.
Erano i primi anni ’80 e la cittadina si stava sviluppando come mai accaduto prima di allora.
Qualche anno dopo, nel 1989, i genitori di Alex decisero di aprire una prima “hamburgeria” nel cuore della parte “nuova” della Marina, che era diventata un punto di riferimento per l’intero Alto Jonio.
Fu un’idea avvenieristica quella di aprire il primo locale simile ad un pub in una città che non aveva mai visto qualcosa del genere: l’obiettivo era quello di portare a Trebisacce, un piccolo pezzo d’America, almeno gastronomicamente parlando.
Un’impresa senza dubbio riuscita, tanto che oltre trent’anni dopo, è lo stesso Alex insieme alla sorella Filomena a gestire ancora l’American fast food BeerHouse, che dall’inizio del nuovo millennio si trasferisce a Villapiana Lido con un secondo locale, con l’apprezzamento di tanti turisti che cercano, anche al mare, di trovare un indirizzo che ricordi le atmosfere delle loro città.
Il locale è caldo ed accogliente, nella sua semplicità: si respira un’aria vintage che non guasta.
Eppure la passione e la continua voglia di rinnovarsi ogni giorno, lo portano a frequentare una delle scuole più importante al mondo per quanto riguarda la formazione birraia, a Monaco di Baviera dove si qualifica, dopo varie prove pratiche ed esami, come uno dei primi Beer Sommelier Internazionali Doemens del sud Italia.
Una passione quella per il luppolo, consolidata dallo studio, che hanno portato Alex Rescia a disputare ad oggi, insieme alla Nazionale italiana dei Beer Sommelier, ben tre Campionati Italiani e la partecipazione al Mondiale, dove si radunati i migliori Beer Sommelier da ogni angolo del pianeta, come unico rappresentante del Meridione.
E la birra, in effetti, è la protagonista dell’offerta dell’America Fast Food: negli ultimi anni, poi, grazie alla collaborazione con un birrificio locale, è nata la birra al biondo tardivo di Trebisacce. Un modo per rendere possibile una fusione equilibrata di un prodotto nordico per eccellenza con gli aromi tipici del territorio jonico.
L’ultima trovata fu la “Re Alex Helle”, in stile Special Munich Helles, con lievito bavarese che le dona estri leggermente fruttati, con note maltate ed un lieve profumo erbaceo grazie anche alla delicata luppolatura fatta con luppoli nobili bavaresi di Hallertau, a cui sono state aggiunte, in seguito, bucce fresche di biondo Tardivo di Trebisacce.
Non filtrata, non pastorizzata, senza l’aggiunta di alcun tipo di conservante ha un gusto fresco, agrumato e – si legge nel dépliant di presentazione – “pericolosamente beverino”.
Ma come non dimenticare, poi, l’offerta gastronomica dell’American, sempre in continuo mutamento ed in continua evoluzione, ma fondata su alcuni capisaldi. La triade è ormai consolidata da anni: pizza, pizza bread e il classico burger bun, per accontentare una clientela di età variegata, dai giovanissimi fino a chi, ormai, ha i capelli bianchi da tempo e ricorda qualche suo “filone” d’annata vissuto, in gran segreto, tra le mura del Pub. Innumerevoli i condimenti e le farciture: immancabili le specialità americane, dal pulled pork al pastrami.
Ma, non manca, e anzi è un fiore all’occhiello del locale ormai storico, la salsiccia calabrese che assume le sembianze di un burger. E, per i più audaci tradizionalisti, a volte viene sfornata perfino la pitta.
La tradizione marinara di Trebisacce, è noto, si riflette anche sulla sua gastronomia.
C’è chi, come la famiglia Guttieri, forte della sua tradizione nella pesca, ha saputo rendere bene questo connubio.
Dopo l’esperimento del sea delivery, avviato nel corso dell’estate e sospeso nel mese di settembre per il fermo pesca, particolare successo ha avuto, nel corso dell’estate, la proposta dei panini di mare del “Chiosco Pepell”.
Due le proposte più gettonate: l’immancabile panino con il polpo, vero fiore all’occhiello di casa, e quello ai gamberi, ovviamente “declinabili” con vari abbinamentidiversi.
Sono davvero in pochi a non conoscere questo iconico angolo del lungomare di Trebisacce; un vero e proprio punto di riferimento in cui piadine, panini e cornetti la fanno da protagonisti incontrastati, a tutte le ore.
Una piacevole e invitante sosta da non perdere per chi ha la fortuna di essere ancora in ferie nella cittadina jonica, un indirizzo da tenere bene a mente per i trebisaccesi doc che vogliono provare a ritagliarsi una pausa semplice e gustosa.
Portare a Trebisacce il concept di “Spirits and Kitchen”, decisamente raro, soprattutto al sud: è questa la mission dello “Spoon”, che ha aperto le sue porte appena sei mesi fa. Il locale nasce dall’esperienza di Sonny Bagnato, esperto tender bar originario di Amendolara, che si è formato al Nord, ed in particolare a Milano, prima di riapprodare nella “sua” terra jonica. Il connubio di spiriti e cucina è quello su cui si basa il concept del locale: non una ristorazione classica in senso stretto, ma express, informale, che punta sulla ricerca del prodotto, inquadrata in un’ottica differente, e molto smart. E tutto questo si riflette nei drink (e nei piatti) che vengono proposti nel locale di Piazza Ottavio De Meo, sito in un antico e caratteristico edificio di inizio secolo scorso, sito proprio di fronte la Stazione Ferroviaria. Uno slargo che, dopo anni di totale abbandono, e nonostante il degrado imperante, ha ritrovato una centralità nella piccola ma vivace movida cittadina, soprattutto nei mesi freddi, a testimonianza di come l’iniziativa privata (a volte anche più delle istituzioni stesse) possa dare un gran contributo nel rivitalizzare i borghi antichi del Sud. Lo Spoon ha portato a Trebisacce diversi binomi, più tipici dell’atmosfera dei Navigli che di figli di una piccola cittadina marittima del Sud, come quello tra cocktail e panino, o cocktail e carni, fondati su una materia prima proveniente da produttori locali, da quelli del panificio Varlese a quelli della macelleria Cirigliano. Qualche esempio? I panini con polpo e burrata, o con la tartare di salmone, l’avocado fresco e la stracciatella, solo per citarne alcuni tra i più sfiziosi. Un insieme di appetizers appetitosi (e il gioco di parole, in questo caso, è d’obbligo), che viene abbinato ad una drinklist innovativa, che va al di là dei classici cocktail, e che cambia mediamente una volta al mese con dieci drink differenti.
Tutti sono “twist on classic”, ovvero rivisitazioni di grandi classici, o ancora, in qualche caso, addirittura inventati di sana pianta, basandosi sulla ricerca di prodotti tipici ed originali per realizzarli. Un esempio? L'”Home Sweet Home”, un “twist” di un americano, che nel 2016 è arrivato secondo classificato alle selezioni della Campari barman competition di Cosenza, nell’ambito di una sfida che coinvolse ben ottanta drink. Come il classico americano si basa su Campari Bitter, insieme a del Vermouth rosso Carpano Classico, ed alla soda. La particolarità sta nel fatto che questi ingredienti classici sono miscelati con della marmellata di peperoncino, filamenti di peperone crusco come guarnizione, e del profumo di bergamotto vaporizzato, frutto di oltre un mese di lavorazione artigianale. Altro drink è il “Wet Americano”, con Campari bitter, Vermouth Carpano antica formula, velluto di birra bionda Lager ed arancia al posto della soda, che restano in sospensione, assumendo una consistenza vellutata. E poi, come dimenticare il “Mojito zen”, che si differenzia da quello classico per l’aggiunta di un blend di rhum invecchiati chiari, scuri ed agricoli, creato artigianalmente, misti alla centrifuga di zenzero fresco filtrata per tre volte e chiarificata. Il risultato è quello di un drink dai sentori molto accentuati, per via della presenza dello zenzero, che può essere particolarmente apprezzato durante la stagione estiva. Altro cocktail è il “Black Flower”, con succo di lime, sciroppo di zucchero, un gin nero autoprodotto, e del carbone vegetale in polvere. Il top è dato da un velluto al liquore ai fiori di sambuco. Un’esperienza indubbiamente originale, che però non trascura anche una piccola selezione di birre – principalmente artigianali – e di vini del territorio, per chi non voglia discostarsi eccessivamente dalla tradizione.