
Trattoria del Sole: la storia della ristorazione a Trebisacce
Era il 1970 quando Vincenzo Pinelli e sua moglie Filomena, da Plataci giunsero a Trebisacce e diedero vota ad una semplice e genuina trattoria a due passi dal mare e dall’approdo dei pescherecci. Trebisacce era forse ancor più che oggi, una città a forte vocazione marinara: ogni pescheria aveva la sua imbarcazione.

Eppure nei primi anni la Trattoria era un ristorante di terra. Pochi i piatti di mare, a parte la frittura, le alici e le seppie scattuliate e pochissime altre portate a seconda della disponibilità giornaliera, in carta dominavano la pasta e fagioli e soprattutto i bucatini con le braciole, che venivano definite “cu o’pugno” per via del fatto che queste avevano, per l’appunto, proprio la forma di un pugno chiuso.
Nel 1982 lo spostamento nell’attuale sede: Trebisacce cresceva e, contemporaneamente, lo faceva anche la Trattoria, che per lunghi anni fu l’unico punto di riferimento enogastronomico in città, unica per decenni ad essere segnalata sulla prestigiosa Guida Michelin.
Poi, gli anni più recenti, che hanno visto la Trattoria di Mimmo Pinelli, figlio del fondatore, rappresentare con grande successo, la cittadina Jonica in noti programmi televisivi quali Camper, La Prova del Cuoco e il Festival di Sanremo nelle due edizioni del difficile periodo pandemico (2020 e 2021).

Oggi il menù è ricco e variegato, ed improntato sul mare, declinato in chiave tradizionale rivisitata. Tra i piatti più gettonati ci sono certamente i grandi ed immancabili classici della cucina marinara, dall’insalata di mare agli Spaghetti alle vongole, alla grigliata mista al giardino di Vincenzo.

Eppure, nel corso degli ultimi anni, la cucina di Giusy Folda – moglie di Domenico – e Rosa Pinelli, sua sorella, ha puntato a congiungere tra loro armonicamente molti prodotti espressione della tradizione marinara ed agricola locale. I moscardini, direttamente dalle paranze, divengono i protagonisti di una fusion equilibrata con la crema di zucca e l’aromaticità della mentuccia.

Interpretano la bellezza gastronomica del territorio gli spaghetti con frutti di mare, battuta di gambero viola dello Jonio e zeste di biondo Tardivo di Trebisacce. Per secondo si può optare per una tagliata di seppie – a km 0 – su letto di patate e cipolla di Tropea.

Si può chiudere, ancor più all’insegna del territorio, con il sorbetto al biondo, orgoglio di casa (e della città), che valorizza una rarissima ed apprezzata perla del patrimonio agrumicolo italiano.
